Rita Fontanella: talento e passione per la scienza e per la vita

14 settembre 2020
La scienza come formazione, l’aerospazio come missione, lo sport come scuola

Una giovane ingegnere, esperta di avionica e di sistemi di navigazione. Una donna appassionata di sport, di cavalli. Un talento del team Leonardo. Con Rita Fontanella, che è tutto questo e molto altro, parliamo di innovazione e di passione per la tecnologia ma anche di motivazione e diversità nel mondo dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. 

Foggiana, Rita Fontanella è uno dei giovani ingegneri aeronautici più promettenti di Leonardo. Dopo la laurea con lode in Ingegneria Aerospaziale presso l'Università Federico II di Napoli, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in sistemi di navigazione e gestione delle missioni per UAS (velivoli a pilotaggio remoto) presso l’Università Federico II di Napoli e in collaborazione con l’Imperial College London.

Entra in Leonardo, Divisione Velivoli, nel 2019, nello stesso anno viene premiata per il progetto sull'applicazione dell'intelligenza artificiale "Machine Learning Techniques for fault detection of sensors exploited for flight test activities” (tecniche di Machine Learning per il rilevamento dei guasti dei sensori utilizzati nei test di volo) nell’ambito del Premio Innovazione indetto ogni anno dall’azienda. Flight Test Engineer per i sistemi avionici e di navigazione nell’ambito del programma M-345, oggi, con le sue competenze ingegneristiche, è al lavoro nel contesto internazionale della start up statunitense/spagnola Skydweller, di cui Leonardo è investitore e partner tecnologico, per lo sviluppo del primo drone al mondo alimentato a energia solare.

Cominciamo a conoscere meglio Rita Fontanella, utilizzando il noto format del questionario di Proust:
 

  • Il tratto distintivo del carattere

Mi considero una persona determinata a raggiungere gli obiettivi che mi prefiggo. E lo faccio con positività, anche davanti a eventuali problemi che dovessero presentarsi. Non mi scoraggio, tutti i problemi per me sono risolvibili se affrontati, appunto, positivamente.
 

  • Il difetto principale

Una risposta difficile da dare, perché secondo me i difetti veri sono quegli aspetti del carattere che non piacciono agli altri più che a se stessi. Per alcune esperienze passate, ad esempio, per come ho affrontato sempre gli studi, posso dirmi molto precisa, meticolosa, e questo mi porta a consegnare ogni progetto o lavoro solo quando ne sono certa e sicura al 100 per cento, pur nel rispetto della tempistica prevista. A volte posso risultare troppo esigente ma, in fondo, lo considero un aspetto positivo per un ingegnere. 
 

  •  Quali sono gli eroi e le eroine

Restando nel campo professionale, provo grande ammirazione e ispirazione per il team di ingegneri della Nasa che ha partecipato al programma Apollo.  Hanno fatto team working risolvendo problemi, anche reinventandosi. Pensiamo al guasto che ha coinvolto l’Apollo 13: hanno adottato soluzioni innovative, come utilizzare il modulo lunare come modulo di salvataggio, in una modalità non prevista dal progetto. Ammiro poi molto le donne come Katherine Johnson, che già negli anni 60 lavoravano alla Nasa facendosi largo in un ambiente tradizionalmente a prevalenza maschile come quello aerospaziale. 
 

  • Il passatempo preferito

L’equitazione, che è il mio sport. E il mio cavallo, Quanu della Colombaia. Sono più di venti anni che pratico equitazione a livello agonistico. Partecipando a concorsi nazionali e internazionali. Amo la fiducia, il senso di squadra che si crea tra cavallo e cavaliere, che si manifesta nel salto di un ostacolo per esempio. Lo sport ti insegna che ci possono essere insuccessi ma poi bisogna sapersi rialzare più forti. Capita di cadere da cavallo, però ci si rialza sempre. 

  • Ciò che detesti

La presunzione. Perché bisogna sempre saper mettersi in discussione. E poi la scorrettezza, anche in ambito lavorativo. Bisogna avere onestà intellettuale. 

 

  • Un motto, una frase che ti accompagna sempre

Mi ha sempre colpito la frase: “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. É una frase famosa di Paolo Coelho, per la prima volta mi ci sono imbattuta all’Università e non mi ha più abbandonato, accompagnandomi negli anni, anche nella mia vita professionale.  

 

Veniamo allora alla tua anima scientifica:

 

Perché hai scelto studi in ambito STEM e perché li consiglieresti

Ho sempre ritenuto gli studi scientifici estremamente interessanti e soprattutto vivi. Mantengono uno sguardo sul futuro e, facendoti guardare la realtà con occhi sempre attenti all’innovazione tecnologica, indicano come dare il proprio contributo per migliorare il mondo che ci circonda. Per questo sono studi che consiglio. Inoltre, offrono molte opportunità nel mondo del lavoro e sviluppano una forma mentis che ha effetti positivi anche sul modo di vivere la quotidianità. 

 

  • L'M-345 è un prodotto d'eccellenza. Puoi raccontarcene la sfida progettistica e tecnologica

Ritengo che la sfida principale sia stata quella di raccogliere l’eredità di un grande aereo, l’MB.339 delle nostre amate Frecce Tricolori. Tutto in chiave moderna, quindi con grande attenzione ai consumi, alle emissioni, alla tecnologia avanzata. In particolar modo ho avuto l’opportunità di lavorare sull’avionica durante le campagne di prove volo. Ed è stata una meravigliosa esperienza professionale. È poi anche il primo aereo della Leonardo “One Company”, progettato e testato da ingegneri e tecnici di diverse aree e sedi aziendali. Grandi eccellenze, con le quali è stato un onore e un piacere lavorare.

 

  • Un altro progetto d'innovazione su cui hai lavorato o stai lavorando, rappresentativo per Leonardo e di cui ti senti orgogliosa

Sicuramente il programma Skydweller al quale sto lavorando, la start up americana-spagnola su cui Leonardo ha investito e che sta progettando il primo aereo al mondo a pilotaggio remoto a energia solare. Sono, infatti, responsabile per il sistema di navigazione, in tutta la fase di sviluppo, integrazione e testing. Posso dire che questa esperienza rappresenta per me davvero una grandissima opportunità di mettere a frutto le competenze acquisite durante il PhD. Un’avventura entusiasmante che io e gli altri colleghi Leonardo coinvolti nel progetto stiamo vivendo insieme a un team internazionale.

 

Diversità come valore aziendale, genere come opportunità. Raccontiamo la tua storia

 

  • In quali ambiti del percorso lavorativo l’essere donna ti ha dato un plus e in quali un minus, se c'è stato un minus

Dal mio punto di vista sono sempre stata trattata nello stesso modo dei miei colleghi uomini, sia in ambito accademico sia professionale. Nella mia esperienza non c’è stata mai differenza. Certo, è vero che di donne in questo settore ce ne sono ancora poche. Bisogna lavorare e investire in questa direzione.

 

 

  • Da talento di Leonardo, considerazioni sulla tua vita professionale in rapporto alla tua vita privata, così come sulla qualità dell’ambiente di lavoro

Quando si fa il lavoro che piace non c’è una grande differenza tra vita professionale e privata. In Leonardo, poi, ho trovato profonda attenzione per i lavoratori e per il loro benessere, in particolare durante questa difficile fase della pandemia.

 

  • A tuo avviso, quali sono gli spazi, gli ambiti (di cultura, di welfare, economici) su cui c’è ancora da migliorare e migliorarsi

Penso che sui temi della sostenibilità bisogna investire, cosa che Leonardo sta facendo. Un primo passo può essere quello di finanziare la ricerca in materia di innovazione; penso, ad esempio, al Drone Contest, un progetto ideato e sviluppato da Leonardo, in collaborazione con sei atenei italiani, per promuovere lo sviluppo, in Italia, dell’Intelligenza Artificiale applicata all’ambito dei sistemi senza pilota. Questo è per me l’approccio corretto. Investire nella formazione, essere innovatori ed esempio per gli altri. 

 

In conclusione un messaggio che può arrivare dalla tua storia personale e professionale, guardando ai giovani in particolare

Credo molto nella formazione continua e nell’essere propositivi, guardando sempre con occhi attenti a ciò che accade nel mondo della tecnologia e cercando di capire come apportare il proprio contributo. Alle ragazze e ai ragazzi, in particolare, ribadisco l’invito a essere determinati nel perseguire i propri obiettivi, a non scoraggiarsi e a considerare ogni eventuale insuccesso come una opportunità per rialzarsi e tornare ancora più forti. Insomma non mollate mai!