Marina Gioia, nel segno del…Tempo

19 novembre 2020

Alla scoperta di un’altra figura STEM d’eccellenza in casa Leonardo

Curiosa per natura, sempre perseverante, concentrata sugli obiettivi: Marina Gioia, Integrated Project Team Leader della linea di produzione degli orologi atomici made in Leonardo, si racconta in questo nuovo appuntamento dedicato all’eccellenza delle donne STEM che operano in Leonardo. Uno spazio che intende non solo promuovere la cultura degli studi scientifici in tutti i giovani, ragazze e ragazzi, ma che soprattutto, nello scorrere delle domande alla protagonista, prova a far emergere, dal racconto delle esperienze personali, il filo conduttore di un percorso di reale inclusione, di crescita professionale e di testimonianza di ciò che ancora manca per un pieno compiersi della cultura della diversità nei luoghi di lavoro.

Lo scenario stavolta è la misurazione del tempo, un campo della ricerca scientifica fondamentale per la cultura umana ma anche per le applicazioni tecnologiche. Nei laboratori Leonardo oggi si costruiscono gli orologi atomici che volano a bordo dei satelliti Galileo, grazie anche al lavoro di Marina Gioia. Che intanto non ha dubbi: “su ognuno dei 26 satelliti che orbitano intorno alla Terra sono installati 4 orologi: 2 al rubidio e 2 al maser prodotti da Leonardo, e grazie all'orologio al maser il sistema Galileo è il sistema di navigazione con le prestazioni migliori del mondo”. Conosciamola allora meglio.


Il tratto distintivo del tuo carattere: 
Perseveranza, resistenza, non mi arrendo mai, mi piace capire l’altro e tirare fuori il meglio, sono ottimista e preferisco potenziare le qualità, piuttosto che piangere i difetti.


A proposito di difetti, il tuo difetto principale?
L’ottimismo mi porta ogni tanto a essere un po’ impulsiva, quando c’è da raggiungere un obiettivo sono martellante, dimenticando ogni tanto che non tutti sono come me….


Chi sono i tuoi eroi 
Non ho eroi, ma esempi di vita. Uno è mia madre che si è fatta da sola e con la forza di carattere alla fine della guerra si è elevata studiando e poi inserendosi con successo in un ambiente culturale letterario all’avanguardia della Torino anni 50. Mi ha insegnato un forte senso di responsabilità, a non mollare mai, a essere indipendente e apprezzare le persone intelligenti.

Un altro esempio è Rita Levi Montalcini, grande scienziata, umana e con una grandissima umiltà. Dopo la laurea in fisica le ho scritto chiedendole consigli per eventuali studi all’estero e mi ha risposto subito…era già molto famosa.


Il tuo passatempo preferito
Fare cose con la mia famiglia in mezzo alla natura: sci, trekking, subacquea, cicloturismo ed anche viaggi in paesi molto diversi dal nostro, cinema e lettura. Ho un marito, una figlia di 21 anni iscritta a medicina e un figlio di 23 che ha studiato video produzione e cinema. Dopo aver fatto un anno negli Stati Uniti a 17 anni, oggi faccio volontariato con Intercultura perché credo fortemente in questa esperienza e in generale nel mettersi continuamente a confronto con situazioni nuove e sfidanti.
 


Ciò che detesti di più
Arroganza, superficialità, opportunismo.


Un motto, una frase che ti accompagna
Ne ho due: Carpe Diem – la vita è la cosa più preziosa che abbiamo e bisogna aver provato la sensazione di perderla per capire che va goduta giorno per giorno. Ricordare il passato con soddisfazione, godere il presente e sperare nel futuro. La seconda: ogni problema ha una soluzione. Bisogna solo cercarla.


Veniamo alla tua anima scientifica, perché hai scelto studi in ambito STEM e perché li consiglieresti
Bisogna guardarsi dentro e capire per cosa si è portati. Quando preparavo l’esame di terza media mio padre, ingegnere meccanico, mi ha insegnato i rudimenti dell’elettricità. Insieme abbiamo costruito un campanello e un motore elettrico. Ho capito che mi affascinava tantissimo capire “il perché delle cose” che ci circondano…è stata una sensazione fortissima e dopo lo scientifico ho fatto fisica. Lo studio delle materie scientifiche ti regala una capacità analitica e la predisposizione all’approfondimento che ti permette in qualsiasi professione di analizzare, apprendere e diventare esperti anche di argomenti che non hai studiato.
 


Raccontaci le tue sfide professionali in Leonardo, i progetti di cui ti senti orgogliosa
Vi posso allora raccontare la storia del primo orologio atomico di Leonardo.
Nel lontano 2000 l’Agenzia Spaziale Europea assegna alla nostra azienda un contratto per lo sviluppo di un orologio atomico all’idrogeno, il Passive Hydrogen Maser (PHM) per il nuovo sistema di navigazione satellitare europeo Galileo. Un prodotto totalmente nuovo per Leonardo e mai usato per la navigazione spaziale prima di allora. Il PHM si basava su una tecnologia terrestre, che aveva bisogno per funzionare di un ambiente estremamente controllato dal punto di vista termico, meccanico ed esente da disturbi elettromagnetici.
Insieme alla mia squadra Leonardo e con esperti svizzeri dell’osservatorio di Neuchatel - a proposito di orologi cosa c’è di meglio degli svizzeri - che ci hanno fornito il cuore dell’orologio, la sezione fisica, abbiamo costruito e qualificato il primo PHM per la navigazione satellitare europea e abbiamo vinto il Primo Premio Innovazione Leonardo nel 2005. Da allora ne abbiamo costruiti e lanciati 52 e il sistema Galileo è il più preciso sistema di navigazione. La linea di prodotto Orologi Atomici di Leonardo, oltre a fornire PHM per la costellazione Galileo ha anche diversi sviluppi in corso. Oltre una versione miniaturizzata del PHM e una nuova versione per la seconda generazione di Galileo, Leonardo sta sviluppando un nuovo orologio che si basa su una tecnologia innovativa il Rubidium Pulsed Optically Pumped (POP) Atomic Clock. In questo ambito abbiamo imparato a produrre anche la sezione fisica, quindi un orologio atomico tutto italiano e tutto Leonardo.
 


Diversità come valore aziendale, genere come opportunità. Raccontiamo la tua storia. In quali ambiti del percorso lavorativo l’essere donna ti ha dato un plus e in quali un minus, se c'è stato un minus
Non mi sono mai sentita diversa dai colleghi ingegneri. Ritengo però che la sensibilità femminile aiuti nel mio mestiere di Program Manager in termini di gestione dei conflitti. Abbiamo un punto di vista diverso e la diversità aiuta a trovare altre soluzioni.  
E’ importante tirar fuori il meglio delle persone, amplificarne le qualità e smussarne i difetti.


Da talento di Leonardo, considerazioni sulla tua vita professionale in rapporto alla vita privata, così come sulla qualità dell’ambiente di lavoro
Sono fortemente convinta che debba esistere un equilibrio tra sfera professionale e sfera privata per garantire l’equilibrio personale. Se ne viene a mancare una, ne soffrono tutte e due. Personalmente lotto tutti i giorni per difendere la sfera personale e non sempre ci riesco, ma mio marito è molto abile a ricordarmelo…

 

 

A tuo avviso, quali sono gli spazi, gli ambiti (di cultura, di welfare, economici) su cui c’è ancora da migliorare e migliorarsi
Sono della opinione che nella nostra società in generale bisognerebbe tornare a dare più importanza al contenuto del lavoro, al saper fare, il famoso “know-how”, oltre che alla forma e alla politica. La carriera tecnica va più valorizzata perché il know-how è una ricchezza aziendale molto importante.
 

In conclusione un messaggio che può arrivare dalla tua storia personale e professionale, guardando ai giovani in particolare e alle donne e agli uomini di Leonardo
Il messaggio che darei ai giovani: imparate con umiltà da chi ne sa di più, mettevi sempre alla prova con sfide continue, soprattutto all’inizio della carriera professionale, quando si è più liberi da vincoli e responsabilità familiari, anche con esperienza di lavoro all’estero perché oggi siamo cittadini del mondo e non possiamo conoscere solo il nostro bellissimo giardino.