Siccità, degrado del territorio e desertificazione nel Mondo

Tenutosi il 26 agosto presso il Padiglione Italia, nell'ambito di Expo Milano 2015, il Convegno "Siccità, degrado del territorio e desertificazione nel Mondo" è stato al contempo un workshop ed un dibattito tra scienza, politica e società civile su una delle principali emergenze che il nostro Pianeta è chiamato ad affrontare: la desertificazione

Milano  25 agosto 2015

 

Tenutosi il 26 agosto presso il Padiglione Italia, nell'ambito di Expo Milano 2015,  il Convegno “Siccità, degrado del territorio e desertificazione nel Mondo” è stato al contempo un workshop ed un dibattito tra scienza, politica e società civile su una delle principali emergenze che il nostro Pianeta è chiamato ad affrontare: la desertificazione.

 

Organizzato dal Consiglio Nazionale per le Ricerche, in collaborazione con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CREA) e Finmeccanica-Telespazio, l'evento ha visto la partecipazione di esponenti del mondo accademico e scientifico, di rappresentanti delle Istituzioni e del mondo dell'Industria, offrendo l'occasione per confrontarsi ed analizzare lo stato dei fatti sul processo di desertificazione dei territori e sulle strategie per fermarlo.

 

Entro la fine di questo secolo le previsioni parlano di una significativa riduzione delle precipitazioni - soprattutto estive - nel bacino del Mediterraneo, e di aumenti delle temperature tra 4 e 6 gradi. L'unione di questi due fattori genererà forte aridità. Dai contributi espressi nell’ambito del dibattito, è emersa la necessità di un approccio sistemico per salvaguardare interi ecosistemi e riportare in equilibrio ecologico i territori. E i tempi per mettere in campo delle soluzioni sono in realtà molto stretti.

 

In questo scenario, i Paesi del bacino del Mediterraneo sono tra i più fragili. Non solo per il loro equilibrio ecologico ma anche per quello antropico. Ne sono un esempio le migrazioni di cui siamo già testimoni. Molte delle persone che arrivano da noi non fuggono dalla guerra, ma da territori resi inospitali e invivibili dalla desertificazione. In poche parole, sono rifugiati ambientali. E il loro numero è destinato a crescere esponenzialmente nel prossimo futuro.

 

Le aree siccitose coprono oltre il 41% della superficie terrestre e vi vivono circa 2 miliardi di persone. Il 72% delle terre aride ricadono in paesi in via di sviluppo, dunque la correlazione povertà - aridità appare abbastanza chiara. Venendo all'Italia, gli ultimi rapporti ci dicono che circa il 21% del territorio nazionale è a rischio desertificazione e circa il 41% di questo territorio si trova nel Sud. Sono numeri impressionanti che raccontano di un problema sempre più drammatico ma di cui si parla pochissimo.

 

Attraverso un'ampia gamma di capacità integrate, che comprendono tanto sistemi e sensori per il telerilevamento (ottico, radar, multispettrale e iperspettrale) quanto le piattaforme che li impiegano (ovvero satelliti, aerei, droni), Finmeccanica dispone di soluzioni tecnologiche per contrastare il fenomeno della desertificazione e proteggere il Pianeta. In particolare, Finmeccanica-Telespazio è impegnata da molti anni nell'osservazione satellitare del territorio attraverso la controllata e-GEOS (ASI/Telespazio). In ogni area a rischio, l'uso del telerilevamento satellitare consente agli amministratori e ai decisori politici di avere strumenti oggettivi per una più efficace governance multidisciplinare, necessaria all'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici e a contrastare il degrado e la desertificazione delle terre.