Le tecnologie spaziali di Finmeccanica al Museo della Scienza di Milano

Il contributo di Finmeccanica alla nuova sezione del Museo della Scienza di Milano dedicata allo Spazio.

Milano  28 ottobre 2014

Da Sirio 1, il primo satellite per telecomunicazioni tutto italiano - lanciato quasi quarant’anni fa -  allo Spacelab, il primo laboratorio scientifico nello spazio, fino alle moderne tecnologie per la Stazione Spaziale Internazionale, le attività del Gruppo Finmeccanica legate allo spazio provengono da una lunga e consolidata tradizione che non si è mai fermata. Il racconto di quelle esperienze è oggi parte di una nuova e grande area del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

 

 

La nuova sezione ha aperto le porte il 29 ottobre, per presentare ai visitatori quattro secoli di astronomia con i loro protagonisti e settant’anni di voli extraterrestri dell’uomo, illustrati in due nuclei tematici: ”Osservare lo Spazio dalla Terra” e ”Andare nello Spazio”. In mostra affascinanti oggetti storici originali, racconti di chi lavora con e nello spazio, sfide interattive, approfondimenti e curiosità. Un’occasione per Finmeccanica per offrire una concreta dimostrazione del proprio impegno a favore della diffusione della cultura e dei saperi legati al mondo dello Spazio e di mostrare ad esperti e appassionati alcune delle tecnologie più all’avanguardia sviluppate dalle aziende del Gruppo attive in questo settore, Telespazio, Thales Alenia Space e Selex ES.

 

 

 

Telespazio, tra i principali operatori al mondo nel campo dei servizi satellitari, contribuisce con due videoinstallazioni che evidenziano il ruolo dei satelliti nella vita di tutti i giorni e nella salvaguardia del pianeta Terra. Con Love Planet Earth, attraverso immagini satellitari ottiche e radar ad altissima risoluzione elaborate da e-GEOS (Telespazio 80%, ASI – Agenzia Spaziale Italiana – 20%), sono mostrate le diverse tematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici. Con Un giorno senza satelliti viene posta l’attenzione sul ruolo fondamentale che i satelliti svolgono nella vita di tutti i giorni. Se i satelliti si spegnessero all’improvviso non sarebbe più possibile consultare internet, guardare la televisione, prelevare soldi al bancomat, orientarci col navigatore satellitare, localizzare con lo smartphone luoghi di interesse e molte altre nostre azioni quotidiane.

 

 

 

Thales Alenia Space, punto di riferimento mondiale nel settore dei sistemi satellitari per telecomunicazioni, monitoraggio della Terra, difesa e sicurezza, esplorazione e ricerca scientifica, propone ai visitatori COSMO-SkyMed, il primo sistema di osservazione della Terra interamente sviluppato in Italia, che risponde con una tecnologia innovativa alle crescenti esigenze di sicurezza dei cittadini, delle infrastrutture e del territorio e di tutela delle risorse ambientali del mondo contemporaneo. Si tratta di una costellazione di quattro satelliti, ciascuno munito di sensori radar ad apertura sintetica, una tecnologia d’avanguardia che mette il satellite in grado di operare in qualsiasi condizione meteorologica, a differenza dei satelliti ottici.

 

 

Selex ES, protagonista a livello internazionale nel settore dell’Elettronica per la Difesa e la Sicurezza e con consolidate competenze nel campo della strumentazione e sistemistica spaziale, espone l’Exomars Drill System, un prodotto ad alto contenuto tecnologico impiegato nel programma ExoMars, la missione robotica dell’ESA (European Space Agency) che si pone l’obiettivo di cercare tracce di vita direttamente sulla superficie di Marte e analizzare le caratteristiche geochimiche e la distribuzione di acqua nelle varie aree del pianeta rosso. Il Drill può prelevare campioni di materiale marziano fino a due metri di profondità per depositarli presso il laboratorio analitico del rover di ExoMArs Il (il veicolo robotizzato che esplora il pianeta rosso) e consentire in tal modo le analisi in tempo reale della conformazione del sottosuolo marziano. Si potrà, inoltre, osservare il Lightning Imager, uno degli strumenti messi a punto per la missione Meteosat di terza generazione, progettato per il rilevamento e la mappatura dei fulmini che si formano tra le nuvole e tra queste e la Terra.